XVII winter meeting - 08-10 febbraio 2008
Raduno Nazionale del Centro Regionale Veneto
"4 Passi nella Neve"
Contro la regola canonica, mi sento in dovere di rivelare da subito la soluzione dell'arcano e sara', di conseguenza, facile risalire ai nomi dei colpevoli, senza togliere suspence al finale di partita. Il fascino del racconto sta tutto nel suo dispiegarsi. Ebbene, a detta di molti partecipanti, quella di quest'anno, la diciassettesima edizione del Winter, e' stata, se non la piu' piacevole, certamente una delle piu' avvincenti e ricche di pathos.
Il patema d'animo, semmai era gia' attivato ben prima dell'inizio ufficiale delle operazioni. Dice: "Ci troviamo a Pedavena il venerdi' per cenare, per poi recarci a Fiera di Primiero, sede logistica del raduno per i due giorni successivi. Quest'anno abbiamo deciso di farci quattro passi nella neve. E qui la coltellata alla nostra tranquillita' d'animo.Portate catene e scarpe adeguate."
Per fortuna trovo il numero telefonico del bureau d'accoglienza sul Passo Rolle. Guardi, qui da giorni fa un sole splendido, l'ultima nevicata risale al 3 febbraio, neve abbondante per sciare, strade libere e percorribili. Ok. Si va con le gomme normali! Prendiamoci questo rischio.
Ben diverso e di altro spessore lo spleen del Diret r. Un'ultima ricognizione, quindici giorni dall'inizio del Winter: ai piedi del passo si sono trovati in una autentica bufera. Dei fiocchi grandi cosi' per due ore e mezzo. Nemmeno le quattroruotemotrici andavano su. Il Rolle chiuso per neve di sti tempi non s'era visto da anni! Qui si rischia che il Winter si perda nella tormenta! C'e' da sperare di non avere piu' di 15 20 macchine da portare al traguardo!
Invece no! Al Centro Regionale Veneto hanno un antico patto col Padreterno, che, solo quando hanno deciso di mettere il naso oltrecortina non e' stato esigibile. Et voila', un'infilata di giorni al massimo: cieli da cartolina, sole da ustioni al volto. Ad ogni buon conto, quando hanno cominciato a fioccare le prenotazioni, l'elenco arrivava a 40, maltempo o no, ridottosi alla partenza a 37, per le prevedibili defezioni dell'ultimo minuto.
Oltre ai Veneti, cospicui arrivi dalla Lombardia seguiti dagli immancabili piemontesi G&A Cavagnolo, partiti per da Iseo [questa volta giunti su' all'albergo, ma col pedale della frizione a fondo corsa: anche le cose che ci sono piu' care a volte ci lasciano in panne], un bel gruppetto di Liguri di poco superati da Laziali ed Emilromagnoli. Una valida rappresentanza dell ecumene motoristico MG Respirone di sollievo del Diret r, prima di dare il via allo stress da esecuzione sinfonica del Winter week-end.
PEDAVENA. Il piazzalone davanti alla storica birreria fungeva da meeting point del venerd sera. Occorre venire fin quass per apprezzare questa birreria che rappresenta l anima, non solo del paese, ma dell intera vallata. Senza parlare delle crude, bionde, rosse, scure che vengono spillate al banco da una corroborante, fascinosa ragazza, che incrementa le qualita' salutistiche del luogo.
Dopo l'accredito presso la segreteria, ci siamo seduti ai grandi tavoli rotondi del salone per gustare un piatto unico accompagnato da grossi boccali di birra fresca. Noi, sia per non travalicare i limiti del proverbiale aplomb britannico, sia per non scendere un gradino dopo l'altro verso il politically uncorrect, sanzionato dalle norme attuali, ci siamo alquanto trattenuti, senza contare che fuori, Oscar Michieletto aveva predisposto, nella porzione del piazzale a noi riservato, pressostati e cronometri per la prova speciale della Silver Cup, la prima del 2008.
Il senso tecnico ce l'ha sintetizzato alla cena di gala. Oscar e' soddisfatto, perche' il grado delle prestazioni dei partecipanti alla prova si e' notevolmente affinato, senza sbagli clamorosi. Al termine della prova ci involiamo, chi lungo i tornanti del Passo di Croce d'Aune, chi sulla piu' agevole strada di fondovalle, verso Fiera di Primiero.
Hotel Relais Orsingher, Fiera di Primiero, Albergo-Garne' ****
Un grazie a Max B. per averci fatto conoscere questo 4 stelle, facendo valere la sua esperienza e professionalita'. So che non e' stato ne' semplice, ne' facile trovare in piena stagione la giusta disponibilita', ad un prezzo adeguato e sugli elevati standard che l'ospitalita' del comprensorio di S. Martino, Fiera e Vanoi sa offrire, ai vertici in Italia e in Europa.
Solo pochi dettagli, colti nel breve periodo che vi abbiamo trascorso: l'ampio garage sotterraneo che ha "ingoiato" tutte le nostre MG; la simpatica e graziosa cordialita' alla reception e in sala; il menu', secondo tradizione, ma leggero ed accurato; il silenzio nelle camere e nei piani, a qualsiasi ora.
TRE PASSI NEL DELIRIO DOLOMITICO (da Edgar Allan Poe)
Come promesso. Tre passi da percorrere, con il Rolle da replicare per ultimo risalendo dal versante opposto, per chiudere il circuito, cui vanno aggiunti il S. Pellegrino e il Valles, interconnessione tra i primi due. Delirio d'amore, intendo, da innamorati persi. Perdersi e' facile, perdere il contatto con la fila delle MG che salgono da un versante, scendono e risalgono nella vallata successiva fino alla meta meridiana di Cima Uomo, il rifugio disposto a balconata sulle pendici della sella di S. Pellegrino. Perche' non ci si puo' esimere dall'ammirare, rallentando, queste cattedrali della natura, che nessuna opera dell'ingegno umano e' ancora riuscita ad eguagliare, e che si colgono nella loro pienezza solo con vetture a cielo aperto, possibilmente di costruzione rustica, prive cioe' di tutti quegli artifici, che le norme di sicurezza impongono alle auto contemporanee.
Monumenti naturali che ci vengono offerti in maniera quasi sfacciata e prorompente, mentre la strada si dipana da Fiera a S. Martino e poi fino al Rolle. Penso sia uno spettacolo unico, quello che in successione ci propone le guglie del Sass Maor, il gruppo vero e proprio delle Pale. La Cima Rosetta, il massiccio del Cimon della Pala che domina S. Martino, e, piu' scostata, la cima di poco piu' alta, di Vernazza (3.192 m.), per giungere al Rolle sotto i Burloni e il Mulaz.
Negli archivi della diplomazia francese e' conservata una lettera spedita dall'ambasciatore del re di Francia presso la Serenissima e inviata come prima relazione ai suoi superiori a corte intorno alla met del XVII secolo. Vi leggiamo tutta l'ammirazione di chi, dovendo recarsi a Palazzo Ducale per presentare le credenziali, deve percorrere il Canal Grande e non cessa di stupirsi dell'arte sontuosa che emana delle dimore del patriziato veneto, palazzi dalle proporzioni geometriche regolarissime, la cui immagine e' quella degli intarsi marmorei, che rimandano i raggi di luce dorati e iridescenti, si moltiplica nei riflessi delle acque. Infine giunge a poggiare i suoi nobili calzari sulle ferme pietre di Piazza S. Marco. E per lui e' la botta finale. Una esibizione della teatralita' e del meraviglioso mai vista prima, tanto superiore alle quotidiane fantasmagorie della corte del Re Sole. Il contenuto e il tono della missiva rimandano ai vertici irraggiungibili di civilta', ricchezza e potenza toccate dalla Repubblica di Venezia.
Le Pale di S. Martino sono 3 mila metri sopra il cielo della Laguna. Dietro l'apparenza del caos calmo di guglie, pinnacoli e massicci si cela tanta matematica. Il colore della dolomite, su questo fondale di cielo, e il riverbero dei cristalli di ghiaccio fanno il resto. Qualcuno tra noi l'ha chiamato il miracolo della Natura.
Vi ho detto che li ho persi. Quasi in cima al Rolle vedo in lontananza un gruppetto di MG che mi sono molto familiari, e dietro di loro una argentea Porsche 356 cabrio, ferme in uno spiazzo sgombrato dalla neve a guardare i Monti Pallidi e a ciacolar di MG, especially di pompe della benzina mal funzionanti e sostituite in fretta, e di una TC appena scaricata davanti a una residenza dei Colli Euganei dal carrello di Terry Bone. Anche la 356 e' in dolce attesa di una sorellina, ancora una TC, che prima o poi vedra' la luce uscendo dal portone della clinica del dott. Michieletto. Guardando piu' in basso vediamo arrivare, con le cromature e la vernice rilucenti, la Clipper Blue TC di Nicola, con al fianco l'immancabile Damiano. E il tono dell'umore gia' alto s'innalza ulteriormente. Nicola inizia a raccontare il "romanzo" del restauro della sua TC
Al Rolle il gruppo delle MG si ricompatta per affrontare le discese ardite e le risalite che ci portano a scollinare ai 2.033 metri del Valles per poi giungere sul S. Pellegrino e infilarci in uno spiazzo tondeggiante, privo di neve ricavato apposta per noi e dentro al quale collochiamo le nostre MG. Tutt'intorno campi di neve e piste animatissime. E' la ski area delle Tre Valli. Rossetto, che e' l'autentico ispiratore da qualche anno di questi itinerari dolomitici, una sorta di nume tutelare del buon esito del Winter, appoggiato alla ringhiera della balconata dello chalet Cima Uomo che guarda la conca innevata del passo, sotto di noi, mi indica la capanna che si trova sul cucuzzolo di fronte "Se prendi la pista che parte da lassu', da un lato puoi scendere fino a Falcade, dall'altro, si arriva a Moena". Sono stato per un tratto di strada dietro ai Rossetto e alla loro splendida J2. In salita la potenza non e' troppa; occorre tenere su di giri il motore e viaggiare con le marce basse. L'allure della macchina tradisce le sua provenienza viennese; sembra un calessino tirato da un r ssli, un cavallino, e il rumore dello scarico evoca quello metallico degli zoccoli che battono a ritmo sul selciato. Da queste parti riesce facile respirare atmosfere asburgiche.
Il pranzo, di uno standard qualitativo sempre elevato, ci viene offerto nel wintergarten dello chalet a noi riservato. Al riparo da eventuali spifferi e in piena luce ci godiamo, le esibizioni sulle piste che sbucano tutt'intorno: ritmi slow e ricami di valzer o turbolenze rock, capitomboli compresi. Ci troviamo calati in un attimo, in una surreale, felliniana spiaggia innevata, con l'orchestrina sul parterre che intona l'inno nazionale del liscio, Romagna Mia, e le ola da stadio di Vasco Rossi.
DOMENICA, BENEDETTA DOMENICA.
Domenica di nuovo tutti verso S. Martino. Infiliamo le MG lungo la via dei negozi e scambiamo i saluti con l'assessore (siamo ospiti di questa Amministrazione) e con il responsabile della promozione turistica. Dopo 10 minuti c'infiliamo a piedi verso la stazione a valle dell'impianto di risalita che, in due salti, ci porta sulla sella sotto Cima Rosetta a 2.700 metri. La vetta, sormontata dalla croce, e' una cinquantina di metri sopra di noi. Basta seguire le peste sul ripido pendio di neve ghiacciata per raggiungerla. Davanti a noi si apre l'ampia conca circolare, dove, sullo sfondo, si staglia il rifugio Pedrotti, collegato alla stazione a monte della funivia da un sentierino battuto nella neve, percorso da diversi gruppetti di turisti, chi va, chi viene, con le racchette ai piedi, come formichine in fila indiana. La temperatura sui 3 - 4 gradi e l'arietta dei 3.000 sconsigliano di farci prendere da smanie sportive. Piuttosto ci godiamo, come una benedizione, lo spettacolo in cinerama delle cime dolomitiche che chiudono l'orizzonte, una vista che t'invoglia a soffermarti e saltare il pranzo. Solo la voce acuta di Anna Cavagnolo, che l'ambiente e la situazione hanno reso di particolare buon umore, ci fa infilare il portello della funivia per scendere alla stazione intermedia di Col Verde Duemila per le ultime convivialita' e i saluti. C'e' chi vorrebbe restare e distillare fino all'ultima goccia la luce e l'incanto della montagna di questi tre giorni trascorsi senza una bava di umidita' nell'aria, ma posticipare la partenza significa beccarsi la consueta coda di quattro ore a fondo valle. Senonche' ogni occasione e' buona per rifare mucchio: il pronto soccorso morale alla MGB GT cui sono saltate le puntine lungo la discesa da S. Martino, o la visita per una prece in una birreria-santuario del motorismo storico, prima di lasciare i confini del Triveneto. Il Winter Meeting pare non voglia chiudersi mai..
Eugenio Baracchi