MG sull'Olimpo - Grecia, 24 giugno 2011/03 luglio 2011
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L’appuntamento è al porto di Ancona venerdì 24 giugno per ora di pranzo. Parecchi degli stranieri sono già lì, altri, italiani e non, arrivano un po’ alla spicciolata. Ci si ritrova con dei vecchi amici, ormai presenti da un decennio a questi raduni-vacanza, peccato per quelli che non hanno potuto o sono rimasti bloccati dalle difficoltà più disparate (imprevisti dell’ultima ora, motivi di salute, persino incidenti stradali!), che fanno scendere il numero dei partecipanti alla pur ragguardevole cifra di 54.
C’è la possibilità, per chi lo desidera – aderiscono praticamente tutti! – di consumare il “lunch” a modicissima cifra al ‘Lazzaretto’, un ristorante del porto, situato a poche centinaia di metri dal molo d’imbarco, con ampio parcheggio per le nostre MG. Sì, il nome non è molto promettente, ma per fortuna qui la peste di manzoniana memoria non ha albergo, non c’entra per nulla! C’è una quantità indescrivibile di antipasti e poi pizza, frutta di stagione, e per chi vuole altro ancora. Soddisfazione garantita e infatti ci fermeremo anche al ritorno.
La giornata è molto calda, e infatti la mia B teal blue ha cominciato a soffrire problemi di “cooling” già in autostrada, dove faccio però la prima conoscenza con un partecipante: Michael Rumelin, anche lui una B però verde, preparata Sebring, senza paraurti: facciamo gli ultimi 100 chilometri insieme. Il suo squisito humor mi contagerà per tutto il raduno (“Alla mia età non è più la licenza di guida che conta, è quella matrimoniale…”). Ci si aspetta quindi un clima rovente anche in terra ellenica. Invece avremo un tempo estivo sì, ma temperato, e ci godremo una settimana senza afa. Ma questo non lo sappiamo ancora! Piero al briefing pre-pasto ci ha consegnato lo zaino con tutto il materiale, cappellino, camicia, maglietta e road-book, ricordandoci a grandi linee il programma. Saluti, applausi e abbracci per tutti… Non è una novità, è veramente un’atmosfera suggestiva, si comincia bene, e per me vuol dir molto visto che l’unico mio timore è che partecipo al raduno da solo. No, non sono solo per niente e non lo sarò per tutta la manifestazione.
Aspettando di entrare nella pancia della nave mi imbatto in una coppia inglese, l’unica che ha una RV8, colore woodcote green, sono Peter Ferguson e Pauline, parliamo un po’ di questa che ho sempre definito una piccola Aston Martin (prodotta dal 1992 al 1996, e costava uno sproposito, 26.500 sterline!). A me è sempre piaciuta e ora si trova a 10-12 mila, e dato il numero ridotto di esemplari costruiti, meno di 2.000 unità, sicuramente diventerà un collector’s item… Ne esistono (che io sappia) solo tre guida a sinistra nel mondo e un nostro socio vendeva la sua, era anche inserzionata sul sito dell’MG Car Club Italia.
La nave sulla quale ci imbarchiamo è provvista di ogni comfort, cabine ampie, servizi impeccabili, costa un po’ il self-service, ma a certi prezzi degli extra ci dovremo abituare (anche negli alberghi un caffè al banco 3 euro!), la Grecia è economicamente in ginocchio, anche se la popolazione è allegra e ospitale e non lo dà a vedere.
Subito dal sabato mattina all’arrivo a Igoumenitsa ci immergeremo in questo splendido ambiente naturale, fatto di strade pressoché deserte e bellissime nel manto (niente buche o zone sconnesse), panorami da favola con scorci mozzafiato e cornici di folla plaudente, stupita e felice del nostro passaggio tanto da farci sentire dei divi… Beh, la Mille Miglia è lontana però è davvero piacevole questo bagno di simpatia e affetto che ci circonda. E poi, durante tutto il raduno abbiamo la scorta della polizia ellenica. Per la verità a volte ci rallenta un po’, ma è chiaro che ti dà una grande sensazione di tranquillità e sicurezza, anche se i disordini di cui si sente parlare ai telegiornali sembrano fantascienza…
Abbiamo un po’ di ritardo la mattina dell’arrivo, qualcosa dovuto alla nostra nave ma soprattutto al loro senso organizzativo che, come il nostro, non brilla molto! Valentino rimane bloccato per un po’ con il furgone dei bagagli nella stiva e l’altra nave dalla Sicilia con due equipaggi (Rosario e Rosalba, Brunello e Anna) arriva abbastanza dopo il previsto. Comunque ci mettiamo in marcia fra le montagne, destinazione Ioannina, capoluogo dell’Epiro, adagiata in una conca che si affaccia su un delizioso specchio lacustre. Il pranzo è presso il ristorante Frontzu sotto un bel pergolato, dopo di che ci aspetta l’Hotel du Lac, magnifica struttura decentrata rispetto alla città, con piscina, parco e relativo garage per le nostre. E’ prevista una visita a una fabbrica dell’argento, mentre le auto stazionano nella piazza principale sotto l’occhio attento di curiosi e appassionati. Quando andiamo a riprenderle e facciamo il giro per il centro, è un’ovazione! C’è anche tanta gioventù entusiasta, e che dire? Le ragazze greche sono davvero belle, attraenti e piene di vita…
La gente di qui ama l’Italia e gli italiani, molti ci hanno mandato a studiare i figli o ci si sono fidanzati, parlano la nostra lingua e ci chiedono delle auto, insomma siamo veramente in un paese più che amico. La giornata però è stata impegnativa e domenica abbiamo un tragitto di montagna lungo e abbastanza tosto, quindi il riposo è d’obbligo. Provo a parlare con la ragazza del bar – come farò più in là con il benzinaio e con il negoziante del piccolo mini-market di una piccola cittadina vicino a Dion – e le chiedo come va, com’è la loro vita. No, non sono arrabbiati, soltanto parecchio in ansia e preoccupati per il futuro. Le auguro che davvero tutto possa mettersi per il meglio, per loro e per tutti…
Rombano i motori la domenica mattina e si parte, ma c’è subito un imprevisto: la B bianca di Jaqueline (per fortuna in una strada del centro) si ferma per rottura della frizione. Lei allora sale con me mentre Chuck, il californiano suo co-equipier, va sulla F grigia di Secondo Reschiglian. La macchina viene affidata a un meccanico, intanto si ordinano i pezzi a Franchini che arrivano in un paio di giorni e al nostro ritorno recupereremo una vettura in perfetto stato di funzionamento. Nel frattempo, percorrendo le strade della Tessaglia, continua la nostra marcia di avvicinamento alle “Meteore”, i luoghi dei leggendari monasteri bizantini, appollaiati in cima a pinnacoli di roccia, un paesaggio di straordinaria solennità e bellezza, e facciamo tappa a Metsovo.
Io ci arrivo solo per merito di Salvo e Gianfranco, che mi rimettono in pista la ventola che aveva smesso di funzionare… Salvo (omonimo del famoso Montalbano, ma lui i capelli li ha…) è un medico originario della Sicilia, è qui con il figlio Simone, un ragazzino sveglio e simpatico di 10 anni. Ha una TD nera che dice che consuma più olio che benzina…, Gianfranco, un ragazzo di Brescia con una B rossa trovata per caso a Milano, eccellente acquisto, rispolvera le sue doti di elettricista e così riesco a proseguire.
Metsovo è un villaggio che si estende su una strada con ripidi saliscendi, ci sono negozi con interessanti lavori di artigianato locale, specie in legno, ma anche in ceramica e metalli pregiati. E poi c’è il vino e il formaggio di capra – quante ne vedremo durante il tour, spesso a lato delle strade che percorriamo! Per non parlare delle tartarughe – che fanno parte della produzione locale.
Di nuovo in sella, destinazione Kalambaka, dove arriviamo a metà pomeriggio, giusto in tempo per immergerci nella piscina in mezzo al verde con la cornice delle Meteore dietro le spalle. Due parole con Camille Mertense, un belga amico di Arnaud che possiede una TA Tickford blù interno beige che è un piccolo gioiello. La capote a tre posizioni stile drophead mi ha sempre fatto impazzire. Mi dice che gli ha cambiato il motore – lo fanno in molti, quello da un litro montato di serie dà un sacco di problemi – e l’ha equipaggiata con il solito classico e affidabile XPAG della futura TC. L’auto è tutta originale (ne hanno costruite meno di 300 fra il 1938 e il 1939, carrozzate da Salmons and Sons, TA e TB, queste ultime solo una manciata, 45-50), e Arnaud ha proprio una di queste ultime, che ha restaurato con le sue mani nel corso di lunghi anni. Ah, cosa non fa la passione…
La cena è in un ristorante ai piedi delle rocce dei monasteri, che visiteremo domani. Colpisce il fatto che per salire e scendere si usassero scale a pioli (ma come facevano?) e cesti di vimini, come nel film di 007 “Solo per i tuoi occhi” del 1981 (con Roger Moore e Carole Bouquet), girato a San Cirillo in Grecia, ricordate? E le ceste sono ancora quì, le adoperano ancora… Anche in questa città la nostra presenza non passa inosservata e siamo oggetto di interesse e curiosità. La sera dopo verremo intrattenuti da uno spettacolo musicale nella piazza principale, un saggio finale per un gruppo di ragazzi davvero preparati e ispirati. Le parti di chitarra acustica classica sono stupende, mentre al canto si alternano voci maschili e femminili. Parlo un po’ con Wim e Tom, due vecchie conoscenze con due MG meravigliose, la TC di Wim nera interno verde me la farà provare un paio di giorni dopo, e ci sto comodo, da non credere… D’altronde riesce a guidarla lui che è più alto di me! Quanto a Tom, la sua è un “one off” anche se è una A, colore rosso interno tan, col… turbo! Campeggia sul retro un bel ‘Mark 3’ che ovviamente non c’è mai stato! Macchina incredibile, ha quasi il rombo di un aereo. Per l’ennesima volta (Wim se la ride…) Tom ci racconta la solita barzelletta, e dato il suo inglese in effetti ci vogliono anni per capirla…
Lunedì dunque è il giorno dei monasteri. Sono una decina, ne visitiamo due, il primo colpisce davvero anche per la sua spartanità, sono luoghi difficili da raggiungere anche adesso, chissà quando li costruirono! Shinae mi chiede di fare una foto a lei e Dieter, il tedesco dal cognome famoso (Wagner…), che conobbi a “Sicilia 1” nel 2002, una bella TC cicle wings verde e avorio, mi chiede di Marisa, gli spiego che le MG purtroppo non sono la sua passione…
Il martedì ci muoviamo, con sosta per il pranzo a Elassona, per raggiungere Limenas, ai piedi del monte Olimpo, e qui è previsto molto relax, stiamo quattro giorni in un cinque stelle in riva al mare. Ma visitiamo anche due monasteri, quello nei pressi di Litochoro, “San Dionisius” (dove si fraternizza con i frati che dimostrano interesse e apprezzamento per le nostre auto, fatto non comune dato il loro distacco per le cose terrene) e “Kontariotissi” (qui la giovanissima guida ci dice che è stato edificato in pochissimo tempo e solo con l’aiuto della preghiera…). Una tappa di straordinario fascino è quella che ci porta alla suggestiva zona archelogica di Dion, dove visitiamo i resti di una minuscola città scomparsa. Le scritte in inglese ci aiutano, anche se un… cicerone ci avrebbe forse fatto meglio comprendere i tesori di civiltà e di storia del luogo.
“Old Panteleimonas” è invece il nome di un villaggio che visitiamo il giovedì mattina, e il ristorante “Pietrino” è situato sotto un albero secolare dove ci siamo divertiti a scherzare prima di visitare i caratteristici negozietti di artigianato e prodotti locali del borgo. Personalmente, compro una lampada a forma di pappagallo davvero originale.
Il venerdì mattina c’è stato tempo per lo shopping a Peralia, i prezzi ti invogliano assai… Specie i distillati locali, non dico i soliti Ouzo e Metaxa (liquore all’anice e brandy rispettivamente) ma anche delle grappe niente male. Al pomeriggio Wim ha organizzato una gimkana nel piazzale dell’albergo, prova di abilità e velocità che vince il belga Marc Gerondal su MGA, seguito dall’australiano Dave Godwin, su una B GT. Al terzo posto il nostro Gigi Cavagnolo su Midget. Appena sopra Litochoro, una cittadina non distante dal nostro Dion Palace, c’è un ristorante dove Piero ci porta proprio la sera del venerdì. C’è una vista impagabile, un panorama senza eguali, che un po’ mi ricorda quell’agriturismo in Sardegna del 2004 sopra Olbia.
Pensare a dover fare i bagagli mette un po’ di malinconia, ma c’è ancora un piatto forte da gustare. Sulla strada del ritorno ricapitiamo ad Elassona dove siamo ospiti del Sindaco, che, quale simpatico fuori programma, dopo aver chiamato Piero al telefono, ci offre colazione e beverages in quantità. Una bella sorpresa e… peccato che alle prossime elezioni non possiamo votare per lui!
Per il pranzo c’è da menzionare l’hotel Achillion a Grevena, dove molti di noi, compreso l’organizzatore, noto tombeur de femmes, restano colpiti dalle strepitose forme statuarie di Eftichia… D’altronde Venere, la dea della bellezza, è nata qui nell’Ellade, insieme a tutta la mitologia e alla civiltà più antica del mondo.
La sera, recuperata la B di Jaqueline, si va a un ristorante di pesce a Sivota, a sud di Igoumenista. Un paradiso dove tornare, questo è certo: si snoda davanti ai nostri occhi una serie di coste frastagliate e ricche di spiagge di sabbia finissima e il tramonto ci coglie nel dopo cena in giro per i negozietti del borgo mentre il sole scende dolcemente dietro di noi. La natura l’ha fatta decisamente da padrone in questo meeting, e certi spettacoli ti danno una pace interiore capace di riavvicinarti a chi ha creato tutto questo… Per darvi un’idea della bellezza del luogo ho messo una foto del tramonto come schermata del mio telefonino.
“Questo è il più bel raduno che abbia organizzato” dice Piero sulla nave di ritorno nell’ultimo briefing. In realtà gli luccicano gli occhi, perché… Due ragazze (signore?) australiane la sera della cena di gala ci hanno sorpreso e toccato il cuore intonando la canzone “Oh Piero oh what a guy”, dimostrando non solo di possedere delle bellissime voci, ma di essere anche capaci di farci commuovere tutti.
Potrebbe sembrare retorica, ma per me che ho partecipato a “Sardegna”, le “Sicilie 1&2” e “Grecia 2” (e ricordo con particolare nostalgia specie la Sardegna e la prima Sicilia), per me che partecipo a raduni (e non solo MG) da quasi 25 anni, questo meeting ha sprigionato qualcosa che nessun altro aveva mai potuto neppure sfiorare. L’amicizia, il feeling, la friendship che si sono creati fra noi, italiani e stranieri, sono stati qualcosa di unico, che ci accompagnerà per tanto, tanto tempo a venire.
Credo che nessuno di noi abbia mai provato qualcosa di simile, anche se ho sentito qualcuno dire che in fondo eravamo tutti stranieri in un paese, per quanto accogliente, straniero. No, siamo stati tante volte appassionati a condividere una bella vacanza. A parlarci, consigliarci, chiedere lumi sulle nostre MG. A fare (maldestri?) esercizi linguistici in inglese e in francese. Eravamo conoscenti che si ritrovano di tanto in tanto, accomunati solo da un hobby, non da una reale partnership.
Adesso siamo qualcosa di diverso, adesso siamo un gruppo unito, con la voglia di aiutarci l’un altro come fossimo una famiglia. L’emozione che si è fatta strada in questi nove giorni, i saluti, gli abbracci, persino i baci… io non li dimenticherò… E sono convinto neppure tutti gli altri. Fino al prossimo raduno! Arrivederci in Sardegna a fine agosto 2013…
Pietro Noè
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