Sardegna...mare e monti - 29 agosto/8 settembre 2013
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Domenica 8 settembre 2013. Ore 12.30.
Un po’ stanchi, varchiamo la porta di casa. Scarichiamo le valigie. Sistemiamo la nostra MG. Veniamo fagocitati dall’urgenza della quotidianità che prepotentemente ci richiama ai doveri domestici: spesa da fare, valigie da disfare, le piante da innaffiare, il pranzo da cucinare … ma una strana malinconia pian piano mi avvolge e con i ricordi ancora vivissimi nel cuore ripercorro quella che è stata una vacanza per me speciale, fuori dall’ordinario.
Rivedo così il nostro arrivo a Livorno, l’incontro affettuoso e tanto atteso con i nostri amici del Veneto e sopratutto rivivo la sorpresa e la curiosità verso chi è arrivato da lontano. Osservo le targhe delle loro MG e mi accorgo con ingenuo stupore, che quasi tutta l’Europa é rappresentata , dall’est all’ovest, dal nord al sud. Mi sento un po’ emozionata e a allo stesso tempo intimorita di dovere trascorrere una lunga settimana con persone di cui la maggioranza parlano una lingua straniera.
Con la fantasia, che mi caratterizza, osservo i loro volti, i loro sorrisi e cerco di ricostruire la storia di ognuno di loro, ma non occorre molta creatività’per cogliere in fondo ad ogni sguardo quella sana pazzia che li accomuna e che li ha spinti ad attraversare l’Europa alla guida di sagge, ma pur sempre datate automobiline, per raggiungere il cuore del Mediterraneo, probabilmente consapevoli della ricchezza di colori, profumi, sapori ed emozioni che avrebbero da lì a poco vissuto.
Si dice Sardegna e si pensa ai colori smeraldini del mare e alla costa animata di forme quasi vitali, ma è stato sorprendente scoprirne il cuore che come il più prestigioso dei teatri spalanca il sipario su scenari meravigliosi: una gamma di colori inusuali a chi arriva dal Nord si susseguono in distese montuose; il verde acceso dei pini marittimi lascia il posto al verde intenso delle piante di mirto per confondersi con il caldo arancio dei frutti del fico d’India..un’ ubriacatura di profumi e di colori (… c’è chi si è ubriacato davvero… con il cannonau).
L’accoglienza affettuosa allo stesso tempo timida delle popolazioni dei paesi che abbiamo attraversato ha colpito la mia sensibilità e più di tutti sono rimasta affascinata dagli anziani e dai giovani. Gli anziani che con il vestiario e le acconciature denunciano la forte volontà di rimanere ancorati al passato, quello ricco di valori e i giovani che attraverso le danze folcloristiche e i costumi cercano di mantenere vive le tradizioni.
In un mondo consumistico come quello in cui viviamo, dove tutto passa velocemente, dove le mode impongono la loro egemonia, dove se non sei IN sei OUT, mi è parso di fare un salto nel mio passato non così lontano dove sia le persone che gli oggetti avevano un valore e per un attimo ho provato una forte nostalgia per chi non fa più parte della mia vita, come i miei nonni che in quelle coppole e nei capelli raccolti ho rivisto.
Il presente che mi ha rimandato al passato, quello che a volte mi manca dolorosamente.
Un vacanza fuori dell’ordinario, fuori da ogni aspettativa dicevo. Sì perché non è stata segnata solo dalla conoscenza della terra sarda, ma anche dall’incontro e il contatto con gli amici stranieri ed anche italiani. Dopo la timidezza iniziale, data anche dalla difficoltà di andare a ripescare nei meandri del cervello i ricordi linguistici dei miei studi passati (ormai da un po’), ecco che il ghiaccio si rompe e (quasi) come un fiume in piena mi ritrovo incuriosita a chiacchierare amichevolmente con chi arriva addirittura dall’Australia e racconta e mostra le foto dei tour in MG tra l’Africa e l’Europa, ma anche dei propri figli, dei nipoti e di matrimoni appena festeggiati; a discorrere con chi dal Belgio è partito serenamente per trascorrere una vacanza raduno con gli italiani (“… che in fatto di organizzazione e convivialità possono dare lezione …”) ; e a parlare delle difficoltà di crescere i figli con un affascinante signore olandese e ancora ad ascoltare interessata una professoressa di lettere siciliana che con tanto amore parla della sua terra e dell’amicizia con Giuseppe Tornatore, a ridere e scherzare con una “giovane” coppia nostrana e con gli amici di cui già abbiamo consapevolezza dell’affetto che ci lega : grandioso, direi miracoloso … il mondo a casa nostra, così lontano e così vicino. Si diventa amici, ci si invita, ci si scambia gli indirizzi e ci si promette di rincontrarci.
“Vorrei che diventassimo una grande famiglia …”, sono queste le parole di Piero (Fusaroli) che ci hanno accompagnato in questa vacanza. Bravo Piero, ci sei riuscito con la tua pacatezza e grande umanità ci hai permesso di vivere una bella vacanza: per i luoghi incantevoli, per le persone speciali , per le emozioni che personalmente ho vissuto … e anche per le mitiche MG, che sicuramente hanno contribuito a portare una nota di leggerezza in una terra dagli antichi e a volte aspri sapori.
In ultimo, non per importanza, voglio approfittare di questo spazio, per ringraziare Salvo, il mio grande amore, che prende me e i nostri figli (a volte pregandoci e a volte forzandoci) e ci permette di vivere, attraverso la passione per la sua MG, momenti indimenticabili come questa vacanza.
Teresa Chiaradonna (moglie di Salvo Arcidiacono)
Museo dell’auto sulle strade della Sardegna
A distanza di nove anni dalla prima sortita in Sardegna, l’MG Car Club Italia ha portato sull’incantevole isola sarda - celebre per i colori del suo mare, per la natura selvaggia e incontaminata del suo interno, per la purezza dell’acqua cristallina, per il fascino degli scorci di paesaggio che ne fanno un vero e proprio paradiso terrestre - la carovana delle sue magnifiche automobili, con equipaggi provenienti da tutta Europa e non solo.
Nel 2004 c’erano 80 vetture, quest’anno più di 70, tutte arrivate con i propri mezzi alla manifestazione, cioè senza l’aiuto del carrello. La più vecchia? Una ND a sei cilindri, 1271 cc., del 1934, 24 esemplari costruiti, all’epoca in vendita a 445 sterline, guidata dal tedesco Gerhard Maier. Seguita a ruota da due PA dello stesso periodo, una dotata di turbocompressore, del beiga Philip Quy, e una “di serie” (solo 220 pezzi realizzati), guidata dall’italiano Paolo Prati. Il primo si è reso protagonista di un episodio toccante quando, con tutte le vetture schierate “on display” nella piazzetta di Tortolì, ha preso in braccio un bambino poliomielitico e lo ha fatto sedere dentro la sua macchina, dandogli la grande gioia di un momento indimenticabile. E’ stato un gesto commovente, di grande umanità, che per un istante ci ha tutti accomunato e unito in un abbraccio di solidarietà universale.
Per gli appassionati del Morris Garage che hanno effettuato questa pacifica invasione su questa magnifica isola nell’arco di una decina di giorni fra agosto e settembre, ci sono stati i momenti sì e momenti no, scanditi da un tempo bizzarro e capriccioso: arrivo sotto una pioggia battente che ci ha accompagnato da Olbia ad Arbatax senza darci tregua, e giornate di sole in cui ci si è potuti godere il mare: la bellissima spiaggia di Orroli, la gita in barca a farci assaporare le calette nascoste dove fare un bagno indimenticabile (Cala Mariolu e Cala Luna), la giornata a Costa Rei con pranzo sulla battigia… E l’interno montagnoso con strade piene di curve così adatte a far scollinare le nostre vecchiette, con le visite ai nuraghi, alle grotte, a una natura ancora piena di segreti e di fascino.
E la visita con degustazione alla cantina di Jerzu? E l’aspetto culinario della Sardegna? Tutt’altro che secondari, a noi italiani piace mangiar bene e gli stranieri vanno pazzi per il nostro vino… Penso che nella memoria di tutti resterà la serata alla cooperativa dei pescatori, dove abbiamo gustato un pesce freschissimo, che pochi minuti prima avevamo visto pescare coi nostri occhi!
A proposito, c’erano due equipaggi australiani – Dave Gooodwin e Laurel e Ken Slater con la moglie Sue - che insieme a un gruppo di inglesi (una decina di auto) lo scorso anno hanno fatto la traversata dell’Africa, e ci hanno mostrato il film della loro incredibile avventura.
Altre vetture interessanti, proseguendo nel tempo e quindi andando al dopoguerra, delle splendide TC, ben sette: fra esse le solite due mie preferite, quella bicolore rossa e nera di Malcom Sayers e quella pure bicolore avorio e verde di Dieter Wagner, da loro trasformata in “cycle wings”. Ci sono anche sette TD e tre TF, fra le prime interessanti le soluzioni prospettate per migliorare l’abitabilità a bordo dal tedesco Bernd Muller, che ha dotato la sua, particolare che scandalizza i puristi, di ruote a raggi cromate.
Nel 1955 ad Abingdon venne introdotta l’MG A, che nel 1956 si classificò prima alla Mille Miglia nella sua classe. Qui al raduno ce ne sono ben 25 (ne furono prodotte 100 mila), di cui tre twin cam, cioè bialbero. Una coupè (ne possiede anche una roadster) è del danese Tom Gustavsson, che si è fatto preparare il motore dallo specialista Oselli in Inghilterra, portandolo a 2000 di cilindrata con una potenza raddoppiata rispetto a quella standard. Le B sono 15 e le C (stessa carrozzeria ma motore 3000 invece di 1800) quattro, una per parte a carrozzeria chiusa, cioè GT.
Quasi mi scordavo l’unica “saloon” presente. Così gli inglesi chiamano le berline a 4 porte. E’ una YA, colore nero, prodotta nel primo dopoguerra (1947-1951) in 6158 esemplari al prezzo di 671 sterline. La guida Gabriele Cadeddu, e la vecchietta lo farà tribolare parecchio, specie in salita.
Resta da dire della squisita ospitalità del popolo sardo, incuriosito, entusiasta e generoso, che ci ha sempre fatto sentire come a casa nostra e qualche volta ci ha persino trattato come dei divi, delle celebrità. Lo sono forse le nostre macchine, noi abbiamo solo il privilegio e la fortuna di guidarle…
Pietro Noè